Il trattamento dei disturbi d’ansia nel paziente con disturbi respiratori

Il trattamento dei disturbi d’ansia nel paziente con disturbi respiratori

Numerosi disturbi respiratori, quali asma, bronco pneumopatie croniche ostruttive (BPCO), fibrosi cistica, gravi apnee notturne ,tubercolosi (TBC) ed embolie polmonari, possono complicarsi con fenomeni di ansia patologica e richiedere un trattamento psicofarmacologico.
Nell’impostazione di tale trattamento si deve considerare che molti farmaci usati nella terapia delle pneumopatie possono causare sintomi psichiatrici. Pazienti con elementi di vulnerabilità del sistema nervoso centrale o con patologie psichiatriche anche minori appaiono infatti particolarmente esposti agli effetti psichici indesiderati di alcuni preparati impiegati in pneumologia. In tali casi, sebbene gli effetti indesiderati siano più probabili con l’utilizzo di alti dosaggi, anche dosi modeste di alcuni farmaci possono determinare sintomi importanti sul piano psichico. Un esempio tipico è quello dei corticosteroidi, largamente utilizzati in pneumologia, che possono causare modificazioni della personalità e del comportamento con insonnia, elevazione dell’ansia, labilità emotiva; ma anche altri comuni broncodilatatori possono avere una spiccata azione psicostimolante ed indurre un aumento della quota ansiosa.
Quando il paziente broncopneumopatico necessita di un trattamento con psicotropi è necessario ricordare di evitare l’uso di benzodiazepine (sopratutto diazepam e midazolam) in ragione della loro alta capacità di inibire la funzionalità respiratoria; in modo particolare nei pazienti in cui, oltre alla broncopneumopatia sia presente anche una funzionalità epatica limitata oppure anche un abuso di alcolici. I pazienti con bronchiti di grado severo e gravi sindrome restrittive sono i più vulnerabili ai sintomi avversi delle benzodiazepine ed in tali pazienti l’uso di questi farmaci dovrebbe essere evitato nel modo più assoluto. Nei pazienti con broncopneumopatie croniche ostruttive e con asma, anche se il rischio è minore, la cautela è d’obbligo e se possibile conviene controllare i fenomeni di agitazione con molecole diverse dalle benzodiazepine.
Al posto delle benzodiazpine è possibile impiegare farmaci che abbiano proprietà ansiolitiche ma che siano privi di capacità inibitorie sulla funzionalità respiratoria. L’utilizzo di farmaci non benzodiazepinici con proprietà antistaminiche sistemiche come la prometazina, l’idrossizina (antistaminici sistemici la cui indicazione si estende al trattamento a breve termine degli stati ansiosi ed alle turbe emotive di lieve entità) oppure il trazodone (un antidepressivi con spiccate proprietà ansiolitiche) per il trattamento del paziente ansioso con problemi respiratori può dare sostanziali benefici sia in termini di miglioramento della psicopatologia che, in determinati casi, anche in termini di miglioramento della funzione respiratoria.

Bibliografia essenziale:

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