Antipsicotici atipici: efficacia e sicurezza nel disturbo bipolare

Antipsicotici atipici: efficacia e sicurezza nel disturbo bipolare

Gli stabilizzatori dell’umore, il litio, e gli antipsicotici di prima generazione sono stati il cardine della terapia per i pazienti con disturbo bipolare fino dal 1970.
Le più importanti linee guida per la terapia ancora li raccomandano come trattamento di prima linea sia per la fase maniacale del disturbo bipolare che per la terapia di mantenimento sebbene altri farmaci siano nel frattempo aumentati di popolarità.
Negli ultimi dieci anni sono stati sviluppati gli antipsicotici di seconda generazione (SGA) che, in base a quanto riportato negli studi più recenti, si sono dimostrati efficaci nel trattamento del disturbo bipolare, non sembrano indurre episodi depressivi e (almeno alcuni di essi) sembrano avere significativi effetti ansiolitici ed antidepressivi.
Dal 2000 al 2004 risperidone, quetiapina, ziprasidone, e aripiprazolo sono stati approvati come monoterapia per il trattamento della mania acuta.
Dal momento dell’approvazione negli Stati Uniti della Food and Drug Administration dei primi antipsicotici atipici per il trattamento della mania acuta il loro utilizzo clinico è andato progressivamente ad aumentare.
A partire dalla gestione della mania acuta con olanzapina, l’utilizzo dei farmaci antipsicotici di seconda generazione si è progressivamente esteso superando le prescrizioni degli antipsicotici di prima generazione nel trattamento delle varie fasi del disturbo bipolare.
I dati clinici ad oggi disponibili indicano per gli antipsicotici di seconda generazione (o antipsicotici “atipici”) un’efficacia paragonabile a quella degli stabilizzatori dell’umore, differente dal placebo e con migliore tollerabilità complessiva rispetto ai loro predecessori di prima generazione.
Tuttavia sebbene la buona tollerabilità degli antipsicotici atipici sia, nel suo complesso, accertata in modo attendibile tali farmaci non sono del tutto privi di effetti indesiderati.
Iniziali studi preliminari hanno cominciato a sollevare alcuni problemi circa la sicurezza nel loro utilizzo in alcune particolari condizioni quali il trattamento della mania acuta in situazioni di emergenza.
In genere i principali problemi di tollerabilità nel trattamento con SGAS comprendono disturbi metabolici quali aumento di peso, alterata tolleranza al glucosio ed anomalie nei lipidi ematici fino, in alcuni casi, ad alterazioni della funzionalità cardiovascolare.
Sebbene tali effetti siano estremamente variabili da una molecola all’altra, e sebbene riguardino principalmente il trattamento a lungo termine e non la terapia di fase acuta, tuttavia anche in tali contesti l’utilizzo di antipsicotici di seconda generazione necessita di una accurata valutazione della situazione medica generale in modo che il trattamento possa essere pianificato in condizioni di sicurezza.
Diviene quindi evidente come, non appena possibile, una breve valutazione medica generale, l’utilizzo di esami ematici e strumentali (elettrocardiogramma) rappresentino un prerequisito essenziale per la buona pratica clinica nell’impostazione della terapia (medical clearance for psychiatric examination) al fine di assicurare al paziente una buona tollerabilità del trattamento anche durante la gestione delle fasi acute del disturbo da cui è affetto.

Bibliografia essenziale:

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