Disturbo D’Ansia Generalizzata

Disturbo D’Ansia Generalizzata

foto profiloRicevo e volentieri pubblico il lavoro del collega Claudio Cargioli, medico chirurgo presso la scuola di specializzazione in psichiatria dell’università di Pisa.

Per informazioni o contatti claudiocargioli@gmail.com

Il Disturbo d’Ansia Generalizzata (GAD)

Il GAD rappresenta un comune disturbo psichiatrico, con una prevalenza dal 3 all’8% nella popolazione generale, un frequente esordio in età giovanile ed un rapporto maschi/femmine=1/2.
Spesso l’esordio di questo disturbo è graduale e insidioso, e la sintomatologia può essere lieve o attenuata (ma non per questo meno invalidante). Il paziente difficilmente è in grado di indicare con precisione nel tempo l’esordio del disturbo (‘sono nervoso da sempre’, ‘mi preoccupo di tutto’, ‘sono nato ansioso’).
Tipicamente i pazienti affetti da GAD appaiono cronicamente ansiosi e apprensivi, senza reali motivazioni, verso tutte le situazioni della vita, per la salute e l’incolumità dei propri familiari, per i problemi economici e per il proprio rendimento scolastico o lavorativo. Ad esempio, i pazienti riferiscono di non riuscire a rilassarsi, di vivere in uno stato di preoccupazione costante, di pensare che sia accaduta una disgrazia ai familiari quando sentono un’ambulanza.

L’ansia, una sensazione di pericolo vago e indeterminato, diventa costante e si accompagna a tensione motoria, sintomi psichici e neurovegetativi. La tensione motoria si manifesta con cefalee gravative a varia localizzazione, tremore, contrazioni o irrigidimenti degli arti o della colonna vertebrale a livello cervicale o dorsale. Tra i sintomi psichici sono piuttosto frequenti irritabilità, nervosismo, stato di allerta, sensazione di essere ‘sul filo del rasoio’, irrequietezza, difficoltà di concentrazione, di attenzione e di memoria, insonnia (soprattutto difficoltà di addormentamento o frequenti risvegli). Tra i sintomi neurovegetativi sono comuni affanno, palpitazioni, sudorazione, bocca secca, sensazione di nodo alla gola, di testa vuota, disturbi gastrointestinali (difficoltà digestive, nausea, diarrea alternata a stitichezza).
Il decorso del GAD è cronico, con andamento oscillante e periodiche riacutizzazioni.
Nel tempo si verifica un progressivo peggioramento della sintomatologia ansiosa, che si può estendere fino a compromettere significativamente varie aree di funzionamento del soggetto (familiare, sociale, lavorativo).
L’aspecificità dei sintomi comporta di frequente l’esecuzione di numerosi esami di laboratorio e strumentali, comportando un ritardo della diagnosi e di un adeguato trattamento. Una complicanza comune è l’uso indiscriminato di ansiolitici, alcol, analgesici, stimolanti, ipnotici a scopo autoterapeutico.
Molto spesso sono presenti contemporaneamente altri disturbi psichiatrici, che peggiorano il funzionamento globale e rendono necessario un trattamento polifarmacologico.
Facendo riferimento ai criteri diagnostici del manuale diagnostico e statistico delle malattie mentali (DSM-IV-TR) la presenza di uno stato ansioso che necessita di trattamento si riconosce per la presenza concomitante dei seguenti sintomi:
– ansia e preoccupazioni eccessive (attesa apprensiva) che si manifestano per la maggior parte dei giorni da almeno sei mesi, a riguardo di una quantità di eventi o di attività (come prestazioni lavorative o scolastiche) (criterio A);
– difficoltà nel controllare la preoccupazione (criterio B);
-l’ansia e la preoccupazione sono associate con tre (o più) dei sei sintomi seguenti (con alcuni di essi presenti per la maggior parte dei giorni negli ultimi sei mesi):
1. irrequietezza, o sentirsi tesi o con i nervi a fior di pelle;
2. facile affaticabilità;
3. difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria;
4. irritabilità;
5. tensione muscolare;
6. alterazioni del sonno (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, o sonno inquieto e insoddisfacente) (criterio C);
– l’oggetto dell’ansia e della preoccupazione non è limitato alle manifestazioni di un altro disturbo psichiatrico (criterio D);
– l’ansia, la preoccupazione o i sintomi fisici causano disagio clinicamente significativo o menomazione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti (criterio E);
– l’alterazione non è dovuta agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., un abuso di droga, un farmaco) o di una condizione medica generale (per es., ipertiroidismo) (criterio F);
È dunque importante una corretta diagnosi differenziale verso altre condizioni mediche (cardiologiche es. aritmie, ipertensione, cardiopatia ischemica; endocrinologiche es. tireopatie; neurologiche es. epilessia, demenza), escludendo anche l’uso o la brusca interruzione di sostanze psicotrope (es. caffeina, alcol, ansiolitici, cocaina, amfetamine). A tale proposito è utile controllare esami ematochimici, ormoni tiroidei ed elettrocardiogramma.
Rispetto al Disturbo di Panico, il GAD non presenta attacchi di panico né condotte di evitamento. Molti sintomi del GAD sono in comune con un Disturbo dell’Umore, spesso presente in concomitanza; la presenza di familiarità, precedenti episodi, alterazioni del tono dell’umore, pensieri di morte ed il decorso clinico possono orientare nella diagnosi, che talvolta si può definire solo a posteriori. Nel Disturbo Post-Traumatico da Stress è identificabile un evento traumatico.
La terapia del GAD comprende farmaci e psicoterapia, singolarmente o in associazione. I farmaci a disposizione sono numerosi (antidepressivi di varie classi, anticonvulsivanti, antistaminici, benzodiazepine), per cui è opportuno assumerli sotto controllo specialistico per identificare quelli più adatti al singolo paziente in base al profilo sintomatologico, alla tollerabilità e alla eventuale presenza di malattie concomitanti. Infine, un valido aiuto è offerto dalla psicoterapia, in particolare ad orientamento cognitivo-comportamentale.

Bibliografia essenziale
-American Psychiatric Association: Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder, 4th version (DSM-IV). Washington, DC: American Psychiatric Association, 1994.
-Andrews G et al, Generalized Worry Disorder: A Review Of DSM-IV Generalized Anxiety Disorder and Options For DSM-V. Depression and Anxiety 0: 1–14 (2010).

-Angst J et al, The generalized anxiety spectrum: prevalence, onset, course and out come. Eur Arch Psychiatry Clin Neurosci (2009) 259:37–45.
-Cassano GB, Tundo A. Psicopatologia e Clinica Psichiatrica. UTET, Milano, 2006.
-Davidson JRT, First-Line Pharmacotherapy Approaches for Generalized Anxiety Disorder. (J Clin Psychiatry 2009;70[suppl 2]:25–31.
-Weisberg RB, Overview of Generalized Anxiety Disorder: Epidemiology, Presentation, and Course. J Clin Psychiatry 2009; 70(suppl.2):4-9.

2 commenti

  1. scarafaggio49

    articolo perfetto e centra il problema di molte persone con problemi di una malattia che è stata definita come il male oscuro e, ancora tutta da risolvere. Io ho sofferto e soffro ancora di GAD, da circa 20 anni, senza poter uscire dal tunnel. Da circa 10 anni assumo il xanas 0,25 due volte al dì, ma riesco solo a vivere in modo decente, annullando tutta la mia personalità e negandomi tante cose che vorrei fare, ma c’è una forza ostile che mi frena. Pertanto chiedo a Lei se fosse possibile avere un consulto via mail o telefonicamente, o in alternativa se potrebbe indicarmi un psichiatra nelle vicinanze di Campobasso in grado di guidarmi verso uno stile di vita migliore. Fumo 10 sigarette al giorno, non bevo alcol, non bevo caffè e thè. Sono molto attento all’alimentazione facendo uso di spesso di integratori per la stanchezza fisica che mi opprime.
    La ringrazio anticipatamente per quello che può fare per la mia persona e La saluto con stima
    Alfonso Sticca

  2. Bruno Pacciardi

    Gentilissimo Alfonso Sticca,
    la ringrazio per il suo commento. Purtroppo la medicina che lei sta assumendo, come tutte le benzodiazepine, può rappresentare una soluzione soltanto temporanea. Le benzodiazepine infatti nel lungo periodo possono sviluppare fenomeni di tolleranza con riduzione dell’ efficacia e possibili fenomeni di dipendenza. Tali farmaci non devono essere sospesi in maniera autogestita ma sotto controllo di uno specialista, che potrà anche fornire suggerimenti riguardo allo stile di vita e/o eventuali trattamenti più mirati. Concordo quindi con la sua idea di rivolgersi ad uno specialista per un consulto.
    Per riferimenti ed eventuali ulteriori informazioni o contatti posso cercare di esserle ulteriormente utile all’account email: info@studiomedicopacciardi.com

Lascia un commento

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi